Scala di Likert
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Le Likert fanno parte della cosiddetta famiglia delle ‘scale ordinali’, che consentono cioè di ordinare gerarchicamente degli oggetti (opinioni, atteggiamenti). Le posizioni lungo la scala (generalmente cinque, o sette) hanno solo una connotazione ordinale, ed assolutamente mai cardinale; cioè 1 è meno di 2, 2 è meno di 3, ma 4 non è il ‘doppio’ di 2, e la ‘differenza’ fra 2 e 3 non è detto sia identica a quella fra 3 e 4.
Usualmente la Likert si presenta come un’affermazione (più spesso una batteria di affermazioni, quali indicatori dello stesso concetto) rispetto alla quale l’intervistato deve dichiarare il grado di accordo, scegliendo fra cinque risposte di questo genere:
- Molto contrario
- Abbastanza contrario
- Dipende; in parte contrario ed in parte d’accordo
- Abbastanza d’accordo
- Molto d’accordo
alle quali si dovrà aggiungere, a livello di codifica, ‘Non risponde’. La scala Likert è priva di autonomia semantica, ossia le espressioni lessicali proposte come risposta nulla dicono circa l’affermazione nei confronti della quale si chiede di esprimere la propria opinione. La scelta delle espressioni lessicali utilizzate nella scala è dunque molto importante, perché se non è chiara la frase-stimolo anche la risposta selezionata non sarà attendibile, come hanno ampiamente mostrato diversi lavori raccolti da Marradi e Gasperoni (1995; 2002). Anche la partizione in cinque (talvolta in quattro, evitando la posizione intermedia, più raramente in sette) posizioni è inoltre oggetto di molte discussioni; come afferma Frudà:
Prescindendo dal tipo di tecniche, uno dei problemi iniziali è il controllo linguistico del processo di comunicazione-percezione […]. Se sono chiari gli estremi [del continuum] (anche se relativizzati ad una percezione soggettiva o convenzionalizzata sul momento), non sono per nulla chiari i gradi intermedi ed è molto ampia la fascia di possibili collocazioni anche in termini di linguaggio e percezione comune (Frudà, Le scale di atteggiamento nella ricerca sociale, Euroma – La Goliardica, Roma, 1989, 9-11).
Questo problema nasce spesso in questionari che intendono risolvere questioni complesse relative a giudizi, valutazioni, percezioni, o altro, con la proposta di scale estemporanee che utilizzano termini linguisticamente ambigui come ‘discreto’, ‘sufficiente’, ‘modesto’, etc.
Benché le Likert, con le loro cinque espressioni considerate generalmente chiare, non soffrano di rilevanti distorsioni di questo tipo, può essere utile anche per loro proporre un doppio ancoraggio, semantico e grafico, per rendere evidente all’intervistato che il grado di accordo sulla frase è da intendersi come relativo a spazi semantici identici; una buona soluzione è quindi fornire all’interlocutore un cartoncino con una raffigurazione della scala che si ‘appoggia’ ad un regolo graduato di questo tipo:
Molto contrario |
Abbastanza contrario |
Dipende |
Abbastanza d’accordo |
Molto d’accordo |
Bibliografia minima
- Alberto Marradi (a cura di), Costruire il dato. Sulle tecniche di raccolta delle informazioni nelle scienze sociali, Franco Angeli, Milano 1988;
- Alberto Marradi e Giancarlo Gasperoni (a cura di), Costruire il dato 2. Vizi e virtù di alcune tecniche di raccolta delle informazioni, Franco Angeli, Milano 1995;
- Alberto Marradi e Giancarlo Gasperoni (a cura di), Costruire il dato 3. Le scale Likert, Franco Angeli, Milano 2002.
Sitografia
- Alberto Marradi, “Le scale Likert e la reazione all’oggetto”, pp.15-52 in Alberto Marradi e Giancarlo Gasperoni (curr.), Costruire il Dato 3: Le scale Likert, Franco Angeli, Milano 2002.
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Claudio Bezzi, 10 Luglio 2017.